LE ORIGINI DELLA CHIESA DI SANTA TRINITA E LA CAPPELLA SASSETTI
Nel XI secolo i monaci Vallombrosani fondarono la Chiesa di Santa Trinita che si trovava al di fuori delle antiche mura cittadine. Nel corso dei secoli le cappelle della chiesa furono poste sotto il patronato di ricche famiglie fiorentine. Il primo edificio religioso in stile romanico era presente in questo sito almeno dal 1077 e probabilmente la chiesa è stata ricostruita nel 1250-60 da un famoso artista, Nicola Pisano, anche se in proposito vi sono opinioni contrastanti. In quel periodo la chiesa fu rifatta in stile gotico. Oggi è possibile ammirare le forme gotiche risalenti alla seconda parte del 1300 e attribuite a un altro artista molto importante, Neri di Fioravante. All’esterno si può ammirare la facciata risalente al periodo tardo rinascimentale creata dal Buontalenti nel 1593-1594. Prima di entrare all’interno di Santa Trinita si può ammirare la facciata esterna con i rilievi della Trinità di Giovanni Caccini il quale ha anche scolpito la statua di San Alessio contenuta nella nicchia. Il campanile è del 1396-1397. Procedendo all’interno della chiesa il visitatore resta indubbiamente colpito dalla austerità che caratterizza tutte le chiese cistercensi.
Entrando in chiesa i visitatori possono ammirare la pietra romanica che è emersa durante i lavori di ristrutturazione alla fine del XVI secolo. In quell’occasione emerse una cripta d’epoca e il pavimento dell’XI secolo sotto quello attuale. Se si visita il Museo del Bargello è possibile vedere i mosaici pavimentali provenienti da Santa Trinita. Come pure i capitelli delle colonne della cripta. La cripta è spesso tenuto chiusa per motivi di sicurezza, ma è possibile comunque visitarla prendendo un appuntamento con il custode. La facciata interna dell’edificio romanico sopravvive e in alto sulle arcate esterne di diverse cappelle vi sono resti di affreschi XIV e XV secolo.
In fondo al lato est di Santa Trinita si può ammirare la famosa Cappella Sassetti, una delle cappelle rinascimentali di Firenze indubbiamente meglio conservate, con i fantastici affreschi dedicati alla vita di San Francesco d’Assisi.
Francesco Sassetti era un ricco mercante che lavorava anche per il banco mediceo. Fu lui a commissionare nel 1483 a Domenico Ghirlandaio gli affreschi su San Francesco che riceve le Regola dell’Ordine da Papa Onorio III.
La scena nella lunetta sopra l’altare mostra Piazza della Signoria e Lorenzo il Magnifico con Sassetti, suo figlio e alla sua destra Antonio Pucci, un ricco mercante. Sulle scale ci sono i figli di Lorenzo: Piero (conosciuto come Piero lo Sfortunato), Giovanni e Giuliano.
Piazza Santa Trinita e la facciata romanica con il Ponte Vecchio viene mostrata nel Miracolo del fanciullo risuscitato. La pala d’altare, Adorazione dei pastori, anche questa del Ghirlandaio, mostra il gruppo dei pastori e deriva chiaramente dal trittico Portinari pala di un altro celebre artista, il fiammingo Hugo Van der Goes, arrivato a Firenze due anni prima. Ghirlandaio ha incluso il suo autoritratto sulla sinistra del gruppo raffigurante i pastori. La celebre tavola è affiancata da due grandi ritratti a parete del Sassetti e di sua moglie Nera.
Sul lato sinistro della cappella nella lunetta in alto è raffigurato l’episodio di San Francesco davanti al Sultano al quale esibisce la prova del fuoco. Nella parte inferiore San Francesco riceve le stimmate e si nota una rappresentazione realistica del Santuario della Verna, la famosa abbazia sulle montagne tra Firenze e Arezzo. La morte del Santo è raffigurata a destra. Sulla parete sono affrescate come detto le immagini dei due donatori, Francesco Sassetti e la moglie Nera Corsi.
La decorazione di questa cappella include riferimenti all’antichità classica e un chiaro legame col nuovo spirito del Rinascimento: le sibille annunciano la venuta di Cristo ad Augusto, sull’arco esterno; il sarcofago romano utilizzato nella Adorazione dei pastori, il dettaglio sulle tombe scavate. Sopra la cappella, sulla parete del transetto, il profeta David e la Sibilla Tiburtina che annuncia ad Augusto la nascita del Redentore.
Carlotta de Ciutiis